Rivoluzione digitale in Svizzera: la PA apre il codice sorgente e promuove l'open source
Scopri come la Svizzera sta trasformando la trasparenza digitale nella pubblica amministrazione e riducendo la dipendenza da software proprietari
La Svizzera ha approvato una legge che obbliga la Pubblica Amministrazione a rilasciare il codice sorgente del software finanziato pubblicamente con licenza open source. Questo aumenta la trasparenza e riduce la dipendenza da aziende americane. In Italia, invece, la normativa in tal senso è solo consigliata.
La Svizzera ha approvato una nuova legge, denominata "Federal Law on the Use of Electronic Means for the Fulfillment of Government Tasks" (EMBAG), che impone a ogni ufficio pubblico di rendere pubblico il codice sorgente del software utilizzato. Questo codice deve essere divulgato con licenza open source ove possibile. La normativa rappresenta un passo avanti significativo per il continente europeo verso l'adozione del software open source e mira a ridurre la dipendenza dalle aziende americane. La legge è il risultato di anni di discussioni e controversie legali iniziati nel 2011, con la disputa tra la Corte Suprema Federale Svizzera e la software house Weblaw riguardo alla pubblicazione del codice sorgente dell'applicazione Open Justitia.
Obbligo di trasparenza per il software della PA
Una delle principali novità introdotte da EMBAG è l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di rilasciare in modo trasparente il codice sorgente delle applicazioni e degli strumenti sviluppati internamente o commissionati a terze parti mediante appalti. La regola si applica a tutto il software finanziato con denaro pubblico, con l'eccezione di componenti che potrebbero compromettere la sicurezza. Il codice deve essere non solo pubblicato, ma anche distribuito con una licenza open source, a meno che non vi siano motivazioni di sicurezza. Questo significa che qualsiasi software house che desidera lavorare con enti pubblici deve accettare che il suo lavoro sia messo a disposizione della comunità in modo open source.
Articolo 9: supporto e servizi aggiuntivi
L'articolo 9 della nuova legge è particolarmente interessante perché permette agli enti pubblici di fornire servizi di supporto, integrazione o sicurezza relativi al software open source rilasciato. Tali servizi devono essere coerenti con i compiti pubblici e possono essere offerti a un prezzo che copre i costi. Gli enti pubblici possono quindi, tramite il supporto offerto a entità non statali, trovare un equilibrio tra promuovere il software open source e mantenere una concorrenza leale nel mercato. Questo sottolinea che open source non significa necessariamente gratuito, ma può includere un modello di business sostenibile.
Situazione italiana a confronto
In Italia, pur essendo già avanzata in questo campo, non vi è un obbligo formale paragonabile a quello svizzero. La Pubblica Amministrazione è invitata a preferire il software open source e deve renderlo disponibile con licenza open, ma questo è solo consigliato. La normativa italiana permette ancora lo sviluppo di software proprietario o l'acquisto di licenze, purché giustificato. Tuttavia, similmente alla legge svizzera, qualsiasi software sviluppato per conto della Pubblica Amministrazione deve essere reso disponibile in un repository elettronico accessibile con licenza open. Questa misura rafforza la trasparenza e l'accessibilità, avvicinando l'Italia agli standard di open source promossi da EMBAG.
Seguici su Google News per altre pillole come questa25/07/2024 08:31
Marco Verro